Situazione riscaldamento inverno 2022-23
Prendendo spunto dall’articolo pubblicato oggi sul Secolo XIX in merito alla situazione critica delle scuole genovesi a causa dei diffusi problemi con gli impianti di riscaldamento, riteniamo opportuno condividere con l’utenza qualche considerazione.
Inizieremo ricordando che data l’attuale situazione di crisi energetica internazionale, il DM 383/2022, ha introdotto modifiche alle modalità di accensione e funzionamento del riscaldamento negli edifici pubblici (scuole comprese, scuole dell’infanzia e nidi esclusi). In particolare è stato ridotto di 15 giorni il periodo di accensione (nella zona D, dove è sita Genova, potrà essere acceso per 11 ore al giorno dall’8 novembre 2022 al 7 aprile 2023) ed è stata ridotta di 1°C la temperatura di esercizio, che è passata perciò da 20 ±2°C a 19 ±2°C.
In teoria il sacrificio richiesto non è grave, ma purtroppo la modifica interviene in contesti di per sé già problematici e finisce per rendere alcune situazioni ancora più critiche.
Nello specifico, per quanto concerne il nostro istituto, la maggior parte dei plessi non ha storicamente evidenziato, a regime, particolari problematiche relative al riscaldamento, ma solo criticità temporanee dovute a malfunzionamenti degli impianti, in genere risolti in tempi ragionevoli. A questo proposito è necessario ricordare che la gestione degli impianti di riscaldamento non è diretta responsabilità della scuola, ma dell’Ente proprietario (ovvero il Comune di Genova) e che pertanto, di fronte a un malfunzionamento, la scuola non può fare altro che inviare la relativa segnalazione utilizzando i canali appositamente predisposti e quindi attendere che la segnalazione venga presa in carico dal manutentore. La soluzione del problema è di solito rapida, ma in qualche caso, qualora il guasto dipenda dalla rottura di un pezzo non immediatamente disponibile, può anche richiedere alcuni giorni e le condizioni delle aule possono in tale lasso di tempo non soddisfare i requisiti di legge. In questi casi però, non è nella disponibilità della Direzione scolastica sospendere le attività didattiche (si tratterebbe di interruzione di pubblico servizio), ma eventualmente del Prefetto, anche se il Dirigente, che per il DLgs 81/2008 riveste (impropriamente) la qualifica di datore di lavoro, al fine di tutelare la salute di alunni e lavoratori, potrebbe ravvisare la necessità di provvedere a erogare il servizio presso altra sede disponibile (p.e. un altro plesso dell’istituto che abbia aule inutilizzate) oppure con altra modalità (p.e. didattica a distanza). Si tratta però in genere di soluzioni tampone che comportano disagi per l’utenza e quindi vengono assunte solo in casi estremi e con il consenso degli interessati. Diversamente al Dirigente non resta che sollecitare con forza una rapida soluzione del problema, tenere informate le famiglie e invitare a tutti (alunni e dipendenti) a indossare indumenti più caldi in modo da contenere il disagio.
Va poi evidenziato che tra i plessi che costituiscono il nostro Istituto comprensivo, ce n’è uno, quello di via Mogadiscio 67 (che accoglie le 5 classi della scuola primaria “H. C. Andersen” e le 6 della scuola secondaria “E. Lucarno”) che per quanto riguarda il riscaldamento presenta storicamente criticità strutturali le quali non dipendono né dall’attuale crisi energetica né da specifiche disfunzioni dell’impianto. Qui, come già rilevato più volte, i problemi sono legati sia alla struttura dell’edificio e agli infissi (manca un adeguato isolamento termico), sia a quella dell’impianto di riscaldamento, in quanto il sistema di diffusione (elementi riscaldanti e tubature) è sottodimensionato e poco efficace. In tale situazione è sufficiente che la temperatura esterna cali perché all’interno del plesso le temperature delle aule (e ancor più quelle dei corridoi) scendano al di sotto dei limiti previsti dalla normativa. Si tratta, come già detto, di una criticità che può essere risolta solo con un grosso intervento strutturale (cappotto termico, nuovi infissi isolanti) e con l’adeguamento dell’impianto di riscaldamento, tutti interventi costosi che in ogni caso non possono essere attuati in tempi brevi.
Tutto ciò è ben noto all’Ente proprietario che proprio per questo, negli ultimi anni, ha adottato una misura tampone consistente nell’accensione in deroga 24 ore su 24 dell’impianto (durante la notte a temperatura ridotta) compresi i fine settimana, in modo che la temperatura non scendesse mai troppo e al mattino fosse possibile riportare gli ambienti alla temperatura di esercizio (o almeno a una temperatura prossima a quella prevista dalla normativa) in tempi ragionevoli, limitando il disagio per l’utenza e il personale scolastico. Richiesta in tal senso è già stata avanzata dalla Direzione sia al Municipio IV, sia al Comune (Ufficio calore), nella speranza che anche quest’anno, nonostante la crisi energetica, possa essere accolta, almeno per i periodi di maggiore rigidità delle temperature. Dal canto suo la scuola si impegnerà a cercare di limitare sprechi e dispersioni (chiudendo le finestre, specie la notte e areando gli ambienti frequentemente ma per pochi minuti).
La Direzione